Chiara Valerio e "Chi dice e chi tace": Scauri diventa un po' Macondo

Chiara Valerio e "Chi dice e chi tace": Scauri diventa un po' Macondo
di Renato Minore
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Venerdì 17 Maggio 2024, 06:10

Per Chiara Valerio «è un romanzo sulla tolleranza, difficile e ineludibile. Un libro sulle comunità che giudicano e accolgono. Sul compromesso la cui prima declinazione è che uno deve campare, ma devono campare pure gli altri». Chi dice e chi tace ha uno sfondo e una cornice quotidiana. Valerio torna a Scauri dopo quasi quindici anni da quando l’ha raccontata con ironia pungente e qualche indugio elegiaco in Spiaggia libera tutti. Scauri, dov’è nata, per lei somiglia un po’ a Macondo, il paese di Cent’anni di solitudine: non solo per «la natura magica», ma anche per la capacità generatrice di storie. Un nido, una fucina, una linea d’orizzonte che ben circoscrive e connota ciò che accade. E ora, nella puntigliosa nota finale, Valerio precisa l’impasto di vero, verosimile e invenzione: «Ascolto i racconti di persone conosciute e sconosciute e li intreccio. Tutto mischiato, frainteso, inventato, mentito».


Dunque la mescolanza, l’invenzione, la menzogna. Tutto ha origine da un fatto inatteso, tragico. A Scauri annega Vittoria in una vasca da bagno. Stupido, inspiegabile incidente per una nuotatrice provetta. Malore, suicidio o altro? 



Vittoria era conosciuta da tutti, una sorta di (anche un po’ misterioso) personaggio carismatico, conviveva da vent’anni con una giovane, così giovane da poter essere sua figlia, ma che sua figlia non era. La sua scomparsa sconvolge Lea, giovane avvocato locale, marito e due figlie che l'ha sempre ammirata per il suo carattere gioviale, la sua indipendenza, per l’inspiegabile fascino. L'indagine è un viaggio a ritroso e in avanti «sulle cose viste ma non guardate, capite ma omesse, riconosciute ma non verbalizzate. un viaggio profondo sulla superficie». Affiora anche il ricordo di Gisella Treglia, femminicidio del 1989, la ragazza che voleva diventare maestra d’asilo, il cui corpo fu trovato bruciato nella pineta. Molte sono le cose da scoprire sul passato e sul presente di Vittoria, come il matrimonio di anni prima e la ragione per cui si è rifugiata a Scauri in questa sua seconda vita. Incognite che vengono dal passato e screpolature del presente che rivelano molto del prima e che, come ben ha notato Ermanno Paccagnini, svelano qualche indugio da feuilleton nella narrazione di quello che potrebbe essere anche un giallo a tinta nera, e non lo è. Molte cose si chiariscono nella ricerca di Lea che nello stesso tempo scopre pure parecchio di sé stessa, in un'indagine che è pellegrinaggio, ossessione amorosa, una storia d'amore vissuta come fuori sincrono ma non per questo con minore intensità.
 Per il linguista Matteo Mottolese, presentatore allo Strega, Valerio che è tra candidature più forti per la cinquina e ora «sceglie la forma dell’inchiesta, dell’indagine per scrivere un romanzo di rara intensità sull’ambiguità dei nostri desideri, su come ciò che sappiamo degli altri – quelli che ammiriamo, che amiamo – ma anche di noi stessi sia un orizzonte sfuggente, parziale, sempre in movimento».

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